Agroalimentare

C’è sempre spazio per i dolci di Pasqua

In Italiauna tra le feste più rinomate e soprattutto più ricche di tradizione è la Pasqua.  

In questo giorno è consuetudine preparare particolari dolci da consumare con parenti e amici, solitamente fuori porta Si parte di mattina presto, formando carovane di auto piene zeppe di bevande e cibo e si va alla ricerca di aree pic-nic dove si dà vita a grandi grigliate, approfittando delle prime giornate di primavera, anche se la maggior parte delle volte bisogna sfuggire ai famigerati acquazzoni pasquali. Una volta terminata la grande abbuffata e nonostante siano tutti sazi, si trova sempre uno spazio per il dolce. E quale miglior dolce casalingo se non la pastiera! 

Uno tra i dolci più famosi, oltre il classico uovo di Pasqua è appunto la pastiera. Dolce campano doc, vede le sue origini in diverse leggende, partendo dalla sirena Partenope arrivando al culto di Cerere ma quella che ci spiega un po più delle altre la sua creazione è quella di un gruppo di pescatori che, rimasti bloccati in mare per una tempesta, sono riusciti a sopravvivere grazie alla pasta di ieri; un impasto fatto da uova, ricotta, grano e vari aromi. Leggende a parte, la vera origine della pastiera risale al XVII secolo. La prima ricetta scritta si trova ne Lo scalco alla moderna” di Antonio Latini. Quella descritta nella ricetta però è una sorta di proto-pastiera, perchè era una via di mezzo tra il dolce ed il salato visto che al suo interno erano presenti anche formaggio, sale, pepe e frutta secca. Nel corso dei secoli la ricetta venne modificata e resa celebre dalle suore del convento di San Gregorio Armeno fino al 1800, Ippolito Calvacanti perfezionò ancora una volta (e questa volta definitivamente) la ricetta che è tuttora quella che prepariamo oggi. Da notare come nei suoi testi menzionò anche la variante originale salata. 

 Scendendo un po più a sud, in Calabria, troviamo i cuddhuraci. Inserito nellelenco dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani, questo dolce viene realizzato con pochi ingredienti. Un impasto di uova, zucchero, farina, burro ed aromatizzato con scorze di agrumi, aromi e liquore (vermouth in genere). In tempi antichi questa ricetta non era dolce bensì salata. Si racconta che i cuddhuraci fossero il pane del viaggio farcito con uova che gli Ebrei consumarono durante la fuga dallEgitto. Oggi è il dolce tipico delle scampagnate calabresi. In tempi non troppo recenti era usanza che le ragazze preparassero questo dolce per i loro futuri mariti per simboleggiare il loro amore. Il dolce veniva preparato a forma di cuore e adornato con uova sode, oppure a forma di pupa (ragazza) con un uovo sodo nel grembo per augurare la fertilità. Più il dolce era grande, più era lamore provato per la persona a cui lo si regalava. 

fonte immagine misya.info

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