Interviste

Diasen, la mission internazionale dell’edilizia sostenibile partendo dai valori del passato

Applicare soluzioni moderne ed ecosostenibili dei materiali impiegati nell’edilizia per ottenere performance eccellenti su resistenza, isolamento termico e acustico in funzione del comfort abitativo. È questo il credo di Diasen, che ha reso questa importante realtà aziendale leader nel settore sia a livello nazionale che internazionale. Un’autorevolezza nel mondo, che fa onore al Made in Italy, conquistata sul campo puntando su due elementi: la lavorazione innovativa del sughero e una filosofia costruttiva ripresa dall’antica Roma e attualizzata dalle tecnologie contemporanee.

Aspetto quest’ultimo a cui Diasen tiene particolarmente e che rappresenta il fulcro della lavorazione dei materiali da parte della stessa azienda con sede a Sassoferrato, in provincia di Ancona. Ma che costituisce, soprattutto, fondamento e principio ispiratore dell’intera attività e dna della nostra cultura abitativa mediterranea. Per Diasen, infatti, le radici sono la base, il dna da cui parte tutto, come ha spiegato a Mades Mag in maniera esaustiva Diego Mingarelli, che guida l’azienda di famiglia fondata nel 2000 dal padre Floriano.

Come siete riusciti a conciliare ecosostenibilità e tecnologia?
“Abbiamo cercato di trovare un equilibrio tra i materiali di origine naturale e la richiesta di prodotti stabili, facili da applicare e performanti sul piano dell’isolamento termoacustico. Investiamo in ricerca e sviluppo e su impianti che coniugano la variabilità delle materie prime con la stabilità della resa. Il nostro obiettivo è di attualizzare la grande tradizione italiana del costruire. I Romani alleggerivano le strutture per garantire la durata nel tempo ed è a loro che ci ispiriamo considerando l’eredità millenaria delle loro costruzioni”.

Qual è stata l’intuizione che ha portato ad uno dei vostri fiori all’occhiello: la linea di prodotti Diathonite?
“Il desiderio di miscelare il sughero con altri materiali naturali ad elevata porosità per sfruttare le capacità isolanti dell’aria inglobata. Il sughero è un materiale straordinario, la corteccia di un albero tipicamente mediterraneo, rinnovabile ogni 10 anni e riciclabile. Il sughero rappresenta un nostro elemento d’identità e di economica circolare. Da qui deriva l’essenza costruttiva di Diasen che si riflette in tutte le nostre tecnologie”

Qual è, dunque, la peculiarità del vostro sughero?
“Realizziamo soluzioni brevettate, composte da sughero e da altri materiali come calce idraulica, pietra pomice e cellulosa. La particolarità è data dalla capacità di conferire agli edifici isolamento termico dal freddo e, soprattutto, dal caldo. Le nostre soluzioni funzionano molto bene come protezione estiva, oltre che invernale, riscoprendo la tradizione mediterranea del costruire. Il sughero esprime performance straordinarie di elasticità, resistenza e traspirabilità oltre a essere molto efficace contro l’umidità degli edifici. I prodotti di Diasen, tra l’altro, interpretano benissimo le tecnologie emergenti nel campo del restauro sostenibile e del benessere acustico. Siamo, quindi, molto performanti non solo nell’ambito del risparmio energetico ma anche nella sfida strategica del comfort abitativo”.

Attualmente in quali Paesi esteri lavorate maggiormente?
“Siamo molto presenti e incisivi nei principali mercati europei. Specie in quelli d’area mediterranea come il Portogallo, la patria del sughero. Questo ci dà particolare soddisfazione perché si riconosce il valore alla nostra creatività. L’idea targata Diasen di realizzare una chimica verde si sta rivelando vincente. In Francia siamo stati scelti per la riqualificazione acustica delle stazioni della metro di Parigi ma lavoriamo anche in altri Paesi europei ed extraeuropei su edifici riconosciuti patrimonio dell’Unesco, passando dal risanamento della vecchia Avana alla riqualificazione di un bellissimo castello scozzese”.

Costruire nel Mediterraneo è una scelta anche affettiva oltre che culturale?
“È una scelta che attiene al nostro essere italiani. Studiando modelli costruttivi dell’antica Roma riscopriamo saperi remoti ma, allo stesso tempo, attualissimi e che combinati con le tecnologie moderne, possono dar vita ad una nuova prospettiva in cui prestazioni dei materiali e sostenibilità coesistono in modo innovativo. Queste modalità costruttive riscoprono quella cultura dell’abitare e del benessere che fa parte della nostra identità”.

Diasen sta, al momento, studiando un prodotto del tutto inedito?
“Sì. C’è al vaglio lo sviluppo di soluzioni leggere, termiche e resistenti per pavimenti, solai e coperture ma anche pitture che daranno un senso sempre più esteso e profondo alla nostra idea del Costruire Mediterraneo”.

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